Un augurio di buon 2015 pieno di montagne con una carrellata di belle immagini invernali

Sul monte Piselli


Quella di oggi non sarebbe una escursione da raccontare, voleva essere solo una sgambata per smaltire le ingordigie delle feste, le troppe calorie dell’alcool tracannato e per iniziare nella maniera migliore il nuovo anno, esattamente dove ci piace stare: in montagna !! Abbiamo ciaspolato sul monte Piselli, con i suoi 1676 mt. è la vetta secondaria del monte Girella che tocca che a sua volta fa parte del sottogruppo dei monti Gemelli, limitrofi alla Laga, limitrofi al Gran Sasso, peculiari per un numero infinito di caratteristiche. Per variare sull’argomento, sfoggiare nozionismo e dare qualche informazione generica in più, una delle curiosità da rimarcare è la complessità delle denominazioni con cui questi monti vengono riconosciuti: i monti Gemelli sono l’insieme di due montagne, del tutto simili se si guardano da certe angolazioni, e per questo così denominati, il monte Girella, quello più a Nord (1814mt.) ed il monte Foltrone quello più a Sud (1784mt.). Il primo, nonostante ricada quasi interamente in territorio teramano e quindi Abruzzese è conosciuto anche come la montagna di Ascoli, stante la sua vicinanza con la città, ed anche come la montagna dei Fiori, il secondo viene anche chiamato la montagna di Campli; le due montagne sono separate dalla famose gole del Salinello meta di pellegrinaggi escursionistici. Oltre le famose ed intricate gole, oggetto di mete escursionistiche sono anche i numerosi eremi disseminati sulle montagne, sul Girella in particolare, alcuni quasi irraggiungibili, alcuni sconosciuti ai più. Sono montagne vicinissime al mare, poco più di 25 sono i chilometri che separano la battigia dell’Adriatico dalle sue pendici. Per la vicinanza al mare sono montagne che vengono spesso colpite e per prime, dalle correnti gelide che provengono da Est, per questo sono le montagne che spesso risultano bianche quando le altre più alte sono appena spolverate, per questo sul monte Piselli esistono quelli che forse sono gli impianti sciistici più vicini al mare di tutto l’Appennino centrale, per questo i suoi boschi risultano spesso, anche dopo le più banali spolverate di neve, luoghi di autentica magia. Tutto questo “bla, bla, bla” è per giustificare e sollecitare nello stesso tempo l’interesse verso queste montagne altrimenti periferiche e “fuori” dal giro per i più; perché per gli ascolani, per i locali che ce l’hanno sopra la loro testa, questa montagna è un po’ il giardino, la palestra di casa; non a caso l’otto Dicembre è tradizione del CAI locale organizzare una escursione che parte dalla città fino al cima del monte, un dislivello che diventa un serio impegno anche per i più incalliti. Ma torniamo all’escursione di oggi; c’è davvero poco da dire perché davvero è nata con l’idea di fare una sgambata e con l’ida di passare del tempo all’aria aperta, favoriti come eravamo da una buona giornata dal punto di vista del meteo. C’è invece molto da vedere nelle foto che accludo, che sono il vero pretesto per questa pubblicazione oltre naturalmente alla voglia di condividerla con chi la leggerà; immagini bellissime di una incredibile giornata di montagna. Che sia di buon auspicio a tutti noi per un anno pieno di tanti momenti come questi. Il monte Piselli si raggiunge in poco più di trenta minuti di auto, dalla città di Ascoli Piceno si sale per la località San Marco, una ampissima sella piena di prati e di qualche ristorante, luogo frequentatissimo dalle famiglie. Già prima di San Marco, intorno ai 700 metri di altezza, inizia a comparire la neve nei boschi; poco più su anche un leggero strato è rimasto sulla strada, le basse temperature devono aver frizzato quella caduta i giorni successivi il Natale. Da San Marco, sempre con l’auto si raggiunge la località San Giacomo, dove la strada si divide e ridiscende verso il teramano o sale verso gli impianti sciistici. E’ a San Giacomo che ci fermiamo, nei pressi del campo scuola sci, siamo a quota 1100 mt. circa. Alla sinistra del campo scuola, sopra la strada che scende verso il teramano, parte una ex pista di collegamento praticamente mai usata dagli sciatori, che usiamo per salire di quota; sotto i piloni elettrici che salgono verticali è tracciato anche un sentiero che sale ma che soprattutto in condizioni di neve non è visibile (lo useremo per scendere) e che si raccorda con la pista in località prima Caciara (le Caciare sono costruzioni pastorali in pietra a secco, tipiche di questo territorio e di quello abruzzese). Ciaspolando sfioriamo radure colme di neve immacolata e boschi cristallizzati che si perdono nelle nebbie d’altura e la base degli impianti sciistici, aperti ma deserti . Da qui il percorso per chi va a piedi o per chi sale con gli sci si sposta a sinistra della pista che scende, un segnale molto evidente consiglia la direzione e vieta la salita su pista. Il percorso continua al limitare del bosco fin tanto che un altro segnale non lo dirotta al suo interno. Attraverso questo sentiero ora stretto tra gli alberi, si raggiunge la vetta secondaria di monte Piselli, da cui, ormai fuori dal bosco e per linee ovvie si può proseguire per superare i duecento metri che dividono dalla croce di vetta del monte Girella. La discesa è per la stessa via, per quanto banale questa passeggiata si attesta sui settecento metri di dislivello, più di una sgambata, certo una piacevolissima escursione. Soprattutto quando succede quello che è successo a noi. Fino alla base degli impianti sciistici siamo sempre stati immersi in una bruma grigia di veloce nuvolaglia che ci passava intorno, il sole appena si vedeva, il bosco, immobile sotto la copiosa nevicata, era incantevole ma si perdeva nella mancanza di profondità dovuta alla strana luce che c’era; le radure erano immacolate, nemmeno gli animali avevano ancora avuto modo di profanarne l’assoluta verginità. Tutto era assolutamente incantevole ma bloccato nelle prospettive alterate dalla nebbia e dalla poca luce. E’ quando ci siamo inoltrati nel bosco sotto la cima del monte Piselli che le condizioni ci sono cambiate intorno velocemente. Una luce diversa filtrava tra i rami e molto velocemente colorava di toni diversi il bosco, prima è esploso l’azzurro del cielo poi i colori si sono scaldati e sono diventati avvolgenti, irreali, in pochi istanti ciò che era ovattato e privo di luce è diventato brillante e surreale. Che dire d’altro? Oltre augurare a “… quelli di Aria Sottile” e a chi ci vorrà comunque seguirci su queste pagine, un buonissimo anno e tanti momenti di felicità, anche e non solo in montagna, vi auguro anche di trovarvi presto immersi nel mondo che vi racconto con queste fotografie. Il resto dell’escursione è tutta in queste foto che seguono. Buona visione e ancora buon anno!!